Dopo la Liberazione
Finita la guerra e riconquistata la libertà, pur nel clima diffuso di gioia ed euforia, da subito si aprono molteplici problemi. Nei primi giorni di maggio gli Alleati, giunti a Torino il 3, insediano l’autorità del Governo militare alleato (Amg), che il Clnrp (Comitato di liberazione nazionale regionale piemontese), mutatosi alla Liberazione in Giunta regionale di governo, affianca come organo consultivo.
Si sommano urgenti questioni amministrative e di governo: bisogna ricominciare la vita del tempo di pace, riaprire scuole, uffici, e negozi, garantire gli approvvigionamenti ricostruire, pensare a tutte le esigenze grandi e piccole di una nuova esistenza. Occorre mantenere l’ordine pubblico e ristabilire la convivenza civile in un paese lacerato da una guerra che è stata anche una guerra civile.
È questo il quadro in cui prende avvio il difficile e zoppicante processo di epurazione, che si concluderà con l’amnistia del giugno 1946, e in cui ha inizio la smobilitazione del movimento partigiano. Lo scioglimento delle formazioni e la consegna della armi è stato concordato dai vertici della Resistenza con gli Alleati nel dicembre 1944, tuttavia la sua concreta realizzazione, che ha come termine il 7 giugno 1945, presenta non poche difficoltà.
