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Vita di banda -

Insurrezione

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L’ordine che rende operativo il Piano E27 (Emergenza 27), il piano insurrezionale elaborato e progressivamente precisato dall’autunno 1944, viene diramato in Piemonte la sera del 24 aprile 1945. L’insurrezione deve avere inizio all’1 del 26 aprile. Nel capoluogo regionale, mentre le formazioni partigiane cittadine, le Sap e i Gap, con gli operai liberano e difendono le fabbriche, comincia la discesa delle formazioni foranee (cioè esterne) sulla città. Ciascuna formazione, ciascuna zona operativa ha avuto un percorso assegnato e una destinazione precisa cui arrivare. I combattimenti durano oltre due giorni, il centro cittadino è l’area in cui si asserragliano i nazifascisti.

Contemporaneamente si avvicinano a Torino due divisioni tedesche, la V e la XXXXIV. Le ripetute richieste avanzate dal generale tedesco Schlemmer, comandante del LXXV Corpo d’Armata, di sgombrare la città, in cambio del transito indisturbato delle truppe che cercano una via di fuga (con la minaccia, in caso di rifiuto, di metterla a ferro e fuoco), vengono respinte dal Cln. Si continua a combattere e soltanto nella tarda mattinata del 28 aprile Torino è finalmente libera, dopo che l’esercito tedesco, superando i blocchi partigiani, si è allontanano in direzione di Chivasso. Mentre ancora in molti punti del centro sono attivi i cecchini fascisti, si insediano le nuove autorità nate dalla Resistenza: il prefetto (Pier Luigi Passoni), il sindaco (Giovanni Roveda), il questore (Giorgio Agosti).

Il Clnrp diviene Giunta regionale di governo, adoperandosi da subito ad avviare, con una serie di ordinanze (riguardanti ad esempio la riapertura dei negozi, il blocco delle scorte di alcune aziende per assicurare l’approvvigionamento, la circolazione degli automezzi e l’impiego dei carburanti ecc.), la ripresa della vita civile. All’arrivo degli Alleati, il 3 maggio, i poteri passano all’Amg (Allied Military Government).

 

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