Bombardamenti -
Difendersi dalla bombe
Dopo anni di discussioni e progetti generici per la protezione passiva antiaerea, quando la guerra sta ormai per scatenarsi, le autorità preposte elaborano due progetti «per lo sfollamento delle zone pericolose della Città di Torino» e cominciano, con estrema lentezza, a predisporre misure difensive in città. A partire dal 1° settembre 1939, sono individuati due progetti (denominati A e B) per lo sfollamento preventivo. Il 26 ottobre 1939 il Comune stanzia sette milioni per la costruzione di ricoveri antiaerei, ma l’8 febbraio sono attrezzati in modo adeguato solo alcuni stabilimenti industriali (Fiat, Lancia, Incet).
Soltanto nell’imminenza dell’entrata in guerra le disposizioni si fanno più precise sia per i rifugi (anche quelli da attrezzare nelle abitazioni private), sia per gli stabilimenti industriali. Vengono pubblicate istruzioni sulla protezione antiaerea e continuano le esercitazioni sull’uso delle maschere antigas e le prove di allarme e di oscuramento.
Malgrado l’apparente diffusione sul territorio cittadino i rifugi potevano accogliere solo il 15% della popolazione, che in maggioranza ricorreva alle cantine delle abitazioni, spesso non in grado di reggere all’urto delle bombe.